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ANTEPRIMA
La «Tosca» pop di Dalla
grandiosa e sfuggente
Stasera l'atteso debutto del faraonico progetto al Gran Teatro di Roma Lucio: «Né musical né melodramma, neppure io so definire il mio nuovo lavoro. Ma a luglio lo porterò anche agli Arcimboldi»
Da Roma Massimo Iondini
«Non è un musical, genere che tra l'altro mi annoia. E non è nemmeno un melodramma. Non so neanch'io come definire questa Tosca. Ma, ditemi, vi è piaciuta o no?». L'anteprima per la stampa di Tosca, amore disperato sotto il tendone da 3200 posti del periferico Gran Teatro di Roma (stasera il debutto ufficiale) è da poco terminata. La domanda di Lucio Dalla resta senza risposta per tre volte.
Nessuna furbizia nostra. La verità è che questo debutto di Dalla (autore di musica e testi, nonché regista) nell'opera pop o che dir si voglia, con l'ombra lunga di Puccini a soffiare sul collo, più semplicemente disorienta. E poco aiutano le sue spiegazioni sul fatto che «il classico binomio musica e immagini non basta più a far funzionare una moderna rappresentazione». Persino quando ti dice che la sua Tosca è un passo avanti nell'evoluzione dei generi, «perché si lascia alle spalle, con i suoi confusi linguaggi sonori, ogni rigore musicale».
Sicché la domanda rimane: ma cos'è questa Tosca del Duemila? La prima risposta che ti viene è la più vera: è come Dalla. Bisognosa di stupire e di spiazzare. Figlia della sua geniale inquietudine artistica. Oscillante tra alti e bassi. Tra Henna e Attenti al lupo. «Composta in soli otto mesi e con il finale ripensato quattro volte» (dice Dalla), a tratti è avvincente e inventiva, ma non sempre appare ispirata. Vi si invoca Dio come sinonimo di libertà, ma nella rappresentazione non c'è traccia di fede se non in un romantico eroismo. Amore disperato, appunto.
L'inizio è comunque suggestivo e grandioso. Con un'enorme luna sullo sfondo, appare Floria Tosca, la 24enne siciliana Rosalia Misseri (già Esmeralda nel Notre Dame di Cocciante). Ma la prima grande aria spetta a Iskra Menarini (da anni vocalist di Dalla) nei panni della veggente Sidonia: Amore disperato, struggente leit-motiv melodico che Dalla canterà con Mina nel nuovo imminente cd < I>Lucio che di Tosca includerà anche l'aria di Scarpia Per te. Spettacolare poi l'evasione dei rivoluzionari antipapisti da Castel Sant'Angelo: dai quattro lati della sala i patrioti si fiondano mediante carrucole tra il pubblico.
S'intuisce già da qui l'eccezionale costo dello spettacolo: quattro milioni di euro. Il produttore David Zard (lo stesso di Notre Dame, costato la metà) dovrà vendere 180 mila biglietti per arrivare al pareggio. «Porteremo Tosca anche nei teatri lirici. A luglio - rivela Dalla - sarà in scena agli Arcimboldi di Milano». Per i teatri lirici scenografie ed effetti speciali saranno probabilmente ridotti. Ma al Gran Teatro, tra proiezioni giganti, ascensori nascosti, torrenti di luci, sipari d'oro e argento stile Las Vegas e costumi di Armani, si è assistito a un vero e proprio caleidoscopio di colori e suggestioni. Come quando, con la scena che si è spostata nella chiesa di Sant'Andrea della Valle (dove Cavaradossi e Tosca cantano la seconda grande melodia dell'opera, Luce dei miei occhi), arrivano delle suore (per il loro cantilenante ingresso Dalla si rifà al coretto di un suo vecchio brano del '75, Non era più lui) che, spronate da Spoletta (il braccio destro del cattivo Scarpia), si lanciano cantando e ballando in una sorta di sabba in bikini. È una scena talmente esagerata nella sua presunta irriverenza che finisci col ridere. Idem Mortacci tua, cantata dal popolo attorno alla statua di Pasquino, che apre il secondo tempo.
Ma da qui l'intensità e l'originalità dell'opera dalliana sembrano via via scemare sotto l'inconscio peso di Puccini. Lui, a un certo punto, dal cilindro pescò il capolavoro E lucevan le stelle. Dalla non riesce a sfoderare niente di analogo. Ma il suo Cavaradossi, in punto di morte, ripensando all'amore per Tosca, nella corrispondente Vita cita ancora Puccini (come negli incontri in chiesa tra il patriota eva so Angelotti e Cavaradossi, e tra questi e Tosca). L'ombra lunga di Puccini è sempre lì, da cent'anni. Eterna e irraggiungibile.
Torna “Tosca, amore disperato” l’opera di Lucio Dalla che, terminato il suo primo ciclo al Gran Teatro di Roma, si appresta a iniziare un tour in Italia ed in Europa. Lo spettacolo ambientato nella Roma papalina sarà nei palasport a Torino (dal 26 al 29 febbraio), quindi a Firenze, Milano e Genova, fino ad arrivare, per tre settimane tra luglio ed agosto, al festival di Klagenfurt, sul lago Worther. E proprio ispirato dall’ambientazione sul lago, Dalla promette di trasformare la battaglia iniziale tra papalini e antipapisti in uno scontro fra moto d'acqua. La prima scena dell'opera è infatti una battaglia che si svolge in platea con artisti che si calano con delle funi. Ma sul lago non sarà possibile perché la struttura è aperta, così verrà trasferita su moto d'acqua. Sempre in estate lo spettacolo dovrebbe toccare anche Parigi, Madrid e numerose città europee, per tornare a settembre all'Arena di Verona, con la ripresa tv in diretta su Raiuno e la registrazione di un dvd. Ma la prospettiva è ben più ambiziosa: arrivare a Venezia nella primavera del 2005: «Su questo non posso ancora dire niente se non che se ne sta parlando e dovrebbe essere una situazione del tutto particolare e curiosa», dichiara il cantautore bolognese. L'ipotesi più probabile dovrebbe essere una doppia esibizione, al teatro la Fenice in forma "lirica", come l'opera comincerà a girare dall'autunno (ma il vertice del teatro non ha ancora preso una decisione in proposito), e nella versione attuale in uno spazio aperto, non escluso un palcoscenico galleggiante all'Arsenale o in Bacino San Marco.
Nella recente presentazione alla stampa internazionale in occasione dell’incontro con il Presidente Haider, promotore del festival di Klagenfurt, Dalla ha spiegato il senso della sua opera «che non è un musical, non è un'opera lirica e non ho ancora capito bene cos'è, ma ho mescolato le identità, confondendo i generi e gli stili. Anche per questo forse Miles Davis ha riscritto e risuonato "Tosca" a suo tempo: si usa il passato per scrivere una nuova comunicazione che poi sarà quella del Terzo Millennio». Rispetto al debutto romano, rimarrà invariata la scena dell’angelo che riporta Tosca in scena nel finale, ma ci saranno anche piccoli cambiamenti, come l’aggiunta di una bellissima "ninna nanna" quando Tosca si accorge che Cavaradossi è morto e lo tiene in braccio.
La "Tosca" di Dalla toccherà anche l'arena dei Campi Flegrei a Napoli e il palasport di Bologna, per poi procedere in versione orchestrale nei teatri lirici: «Abbiamo scoperto un grande interesse da parte di un mondo istituzionali a cui io non appartengo di certo. Andremo nei teatri cercando di avvicinare pubblici differenti. Io non amo molto il melodramma, ma riconosco che la "Tosca" di Puccini è un'opera perfetta. Il suo limite è che oggi non è più comprensibile, mentre lo è Shakespeare, che parla un linguaggio diverso. Penso al "Giulietta e Romeo" con Leonardo DiCaprio trasposto nella Los Angeles di oggi mantenendo inalterato il testo. Noi viviamo una sorta di riconversione del melodramma che va dalla soap opera alla fiction, ma io mi chiedo quanto questo possa essere accettato da un giovane d'oggi. E allora ho pensato di riscrivere la Tosca per estendere il lavoro di Puccini a un pubblico che comprende soprattutto un linguaggio contemporaneo, e al tempo stesso portare questo linguaggio nei teatri a un pubblico classico, amante della lirica”